Giornata mondiale della psoriasi: il 29 ottobre un’occasione per comprendere meglio la malattia
Il 29 ottobre si celebra la giornata mondiale della psoriasi. La malattia colpisce circa il 2-3% della popolazione mondiale con un impatto significativo anche in Italia, dove oltre 2 milioni di persone convive con la patologia.
La data, istituita nel 2004 dall’International Federation of Psoriasis Associations (IFPA) e patrocinata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è un’occasione per sensibilizzare sul tema della psoriasi e smantellare i pregiudizi e i falsi miti che ancora circondano questa malattia.
Ad esempio, una delle credenze più diffuse è che le pustole rosse tipiche della patologia possano contagiare attraverso il contatto chi circonda il soggetto affetto dalla psoriasi. Inoltre, le manifestazioni estetiche che caratterizzano quest’ultima possono generare in chi ne soffre ansia e isolamento sociale.
Per tutti questi motivi durante la giornata mondiale della psoriasi si susseguiranno campagne di sensibilizzazione sui social, conferenze, seminari ed incontri formativi. Una maggiore consapevolezza della patologia è la chiave per affrontare i suoi effetti sulla quotidianità.
Nelle prossime righe cercheremo allora di comprendere meglio che cos’è la psoriasi, quali sono i suoi sintomi ed infine i trattamenti più efficaci.
Che cos’è la psoriasi?
La psoriasi è una malattia cutanea che si caratterizza per la presenza di placche eritematose, spesso ricoperte da squame grigio-argentee. Sebbene le lesioni si manifestino prevalentemente su gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e parte bassa della schiena, possono comparire su qualunque area del corpo, compresi viso, mani e unghie.
Come già accennato nei paragrafi precedenti, la malattia incide anche profondamente sul benessere psicologico e sociale del paziente. Le macchie, spesso molto vistose, possono condurre all’isolamento sociale ed ad una diminuzione dell’autostima.
Quali sono le sue cause?
Le cause della psoriasi vanno ricercate nell’interazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali. Nonostante non siano dal punto di vista scientifico ancora completamente chiare, circa il 30% dei pazienti ha una storia familiare di malattia.
Tuttavia, la sola predisposizione genetica non è sufficiente per dare origine alla patologia, in quanto devono coincidere contemporaneamente altri fattori per scatenare la risposta infiammatoria. Tra questi troviamo lo stress fisico e psicologico, le infezioni (in particolar modo quella da streptococco), traumi fisici e l’uso di farmaci.
Anche le cattive abitudini come il fumo e il consumo eccessivo di alcol possono essere associate alla comparsa dei fastidiosi eritemi.
Quante forme di psoriasi esistono?
La psoriasi si sviluppa sottoforma di varianti diverse. Quali sono le più diffuse?
- Psoriasi a placche, detta anche psoriasi volgare: rappresenta la forma più comune diffusa in ben l’80% dei pazienti. Si manifesta con chiazze di colore rosso acceso, ben definite, contraddistinte da prurito, bruciore e dolore. Le placche sono localizzate su gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e schiena.
- Psoriasi guttata: è caratterizzata da piccole lesioni a forma di goccia (il nome “guttata” deriva proprio dalla loro estetica) diffuse principalmente su tronco e arti. Più frequente nei bambini e nei giovani adulti, è spesso la conseguenza di un’infezione streptococcica.
- Psoriasi pustolosa: è una delle forme più gravi ed è caratterizzata dalla presenza di pustole piene di pus, ma comunque non infettive. Le vescicole possono comparire in modo localizzato, soprattutto su mani e piedi, o in modo diffuso su tutto il corpo. In questo caso si parla di psoriasi pustolosa generalizzata, la quale deve essere curata in maniera tempestiva.
- Psoriasi inversa: colpisce le pieghe cutanee, come ascelle, inguine, l’area sotto il seno e la piega interglutea. A differenza della psoriasi a placche, non presenta squame, ma è contraddistinta da chiazze rosse e lisce, spesso pruriginose.
- Psoriasi eritrodermica: è la versione più grave e rara della malattia. Si fa notare per un arrossamento diffuso su oltre l’80% del corpo, accompagnato da desquamazione e prurito intenso. Può determinare gravi complicanze, come infezioni e disidratazione, le quali possono richiedere addirittura il ricovero ospedaliero.
- Psoriasi ungueale: interessa le unghie di mani e piedi, provocando l’alterazione della lamina ungueale, come ispessimento, pitting (depressioni puntiformi) e sollevamento dell’unghia stessa.
- Artrite psoriasica: è una condizione infiammatoria cronica riguardante le articolazioni. Nella maggior parte dei casi si sviluppa nei soggetti già affetti da psoriasi e comporta dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni.
Come riconoscere la psoriasi?
La diagnosi della psoriasi si esegue attraverso l’esame clinico delle lesioni cutanee. Il dermatologo osserva attentamente la pelle per individuare i segni tipici della malattia, tra cui le tristemente note placche eritematose e desquamanti. Laddove il quadro clinico non sia chiaro, può essere necessaria una biopsia cutanea per confermare la diagnosi e differenziare la psoriasi da altre condizioni dermatologiche simili, come l’eczema o la dermatite seborroica.
È importante sottolineare che la patologia non è esclusivamente cutanea, ma può associarsi ad altre condizioni. Infatti, chi soffre di psoriasi presenta un rischio maggiore di sviluppare
diabete, obesità ed ipertensione arteriosa.
Le cure per la psoriasi
Non esiste una cura definitiva per la psoriasi, ma molte terapie in grado di alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente. Il tipo di trattamento varia ovviamente a seconda della forma e dell’aggressività della malattia.
Le terapie principali sono:
- topiche: si basano sull’utilizzo di creme e unguenti a base di corticosteroidi e retinoidi, che nelle forme più lievi di psoriasi, contribuiscono a ridurre l’infiammazione e a rallentare la proliferazione delle cellule cutanee;
- sistemiche: quando si ha a che fare con forme più gravi è necessario ricorrere a farmaci sistemici, come il metotrexato e la ciclosporina, entrambi immunodepressori con proprietà antinfiammatorie. Buone risposte stanno arrivando anche dai farmaci biologici di ultima generazione, i quali agiscono in modo selettivo bloccando le molecole infiammatorie (come il TNF o le interleuchine) ed allievando i sintomi maggiormente invalidanti.
- fototerapia: tra i trattamenti per la psoriasi annoveriamo anche l’esposizione controllata ai raggi ultravioletti (UVB o PUVA) particolarmente indicata per la cura della psoriasi a placche. La fototerapia riduce l’infiammazione e la proliferazione cellulare, migliorando l’aspetto delle lesioni cutanee.
La psoriasi è una malattia complessa che richiede un trattamento a lungo termine e un approccio terapeutico integrato. La giornata mondiale della psoriasi indetta per il 29 ottobre è un modo per sottolineare ancora una volta quanto sia importante investire nella ricerca ed educare nei confronti di questa patologia.