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Chi è e quali sono i compiti del Caregiver?

L’Italia è un Paese che invecchia sempre più: alcune recenti statistiche dell’Istat delineano chiaramente la crescita costante del numero di anziani lungo tutto lo Stivale. Gli over 65 presenti superano quota 14 milioni, ovvero l’11,7% della popolazione totale. Tra questi gli ultraottantenni occupano una corposa fetta di 4,5 milioni di persone.

In un contesto del genere, l’assistenza ai tanti anziani soli del nostro territorio diventa un elemento imprescindibile. Frequentemente, il carico del supporto agli individui in là con gli anni grava perlopiù sulle spalle del caregiver.

Chi è e quali sono i suoi ruoli? Nelle prossime righe conosceremo meglio questa figura e capiremo quanto sia fondamentale per garantire tutte quelle cure necessarie ai nostri cari.

Chi è il caregiver?

Secondo la definizione di caregiver, tale termine viene attribuito a colui che si assume la responsabilità di assistere individui non autosufficienti, come anziani, persone con malattie croniche o disabilità.

Il caregiver si impegna a fondo all’interno del nucleo familiare per garantire benessere, supporto quotidiano e, dove necessario, assistenza medica alla persona curata. Tuttavia, non va considerato come un qualunque operatore sanitario. Infatti, il ruolo viene spesso ricoperto da un familiare o un amico dell’anziano, il quale, oltre a fornire un’assistenza pratica, elargisce anche un mix di affetto e dedizione essenziale per assicurare il benessere psicologico della persona fragile.

La differenza tra caregiver formale e caregiver informale

Esistono due categorie di caregivers: quelli formali ed informali.

I primi sono veri e propri professionisti dell’assistenza, come infermieri o assistenti sociali, dotati di specifiche competenze tecniche acquisite attraverso una formazione dedicata. Provengono da strutture sanitarie, pubbliche o private, e sono remunerati per il loro lavoro.

Al contrario, i caregiver informali (detti anche caregiver familiari), spesso membri della famiglia o amici, si dedicano alla cura senza una preparazione professionale specifica e senza ricevere un compenso economico. Il loro ruolo si fonda su un legame affettivo e su un senso di responsabilità nei confronti della persona assistita.

In entrambi i casi, il loro apporto è inestimabile, in quanto contribuisce significativamente al mantenimento di una buona qualità della vita agli assistiti e al tempo stesso alleggerisce la pressione sulle strutture sanitarie.

Quali sono le mansioni del caregiver familiare?

Passiamo ora ad analizzare nello specifico le funzioni quotidiane svolte da un caregiver familiare.

Una delle principali responsabilità è rappresentata dal supporto all’anziano nelle attività quotidiane, come l’alimentazione, il vestirsi, l’igiene personale e la mobilità. Si occupa di preparare pasti equilibrati in base alle condizioni cliniche del proprio assistito, così come lo stimola ad effettuare ogni giorno dell’attività fisica per mantenere in un buono stato di salute l’organismo.

Oltre a queste mansioni pratiche, i caregivers giocano un ruolo fondamentale nel monitorare la salute degli individui fragili, gestendo la somministrazione dei farmaci ed accompagnandoli alle visite mediche. A volte rivestono il ruolo di coordinatori delle cure, diventando il punto di contatto tra l’assistito ed i servizi sociali e sanitari. Infatti, badano direttamente alla programmazione degli appuntamenti e alla gestione delle comunicazioni con i professionisti sanitari.

Il caregiver familiare fornisce anche un importante sostegno emotivo. La sua presenza aiuta a combattere la solitudine e mantenere alto il morale: condivide con l’anziano momenti significativi ed in alcuni casi lo stimola a partecipare ad occasioni di incontro sociale. Tutto ciò scongiura l’insorgere di quella sensazione del “sentirsi inutili”, comune a gran parte degli anziani soli.

Ultimo, ma non meno importante aspetto riguardante il caregiver è quello della gestione delle finanze della persona assistita. Solitamente è direttamente lui a provvedere all’amministrazione della pensione e alla valutazione delle spese domestiche, così come di quelle mediche.

I rischi di essere caregiver

Nonostante l’importanza del caregiver familiare nell’assistenza ad anziani e disabili, troppo spesso la sua figura è sottovalutata e soprattutto non abbastanza tutelata.

Svolgere questo ruolo può comportare alcuni rischi. Sul fronte emotivo, il caregiver si trova spesso a navigare in un mare di emozioni contrastanti. Amore e gratitudine possono rapidamente trasformarsi in frustrazione e tristezza, creando una tensione emotiva costante.

Il senso di responsabilità può indurre sentimenti di colpa quando si cerca un attimo di pausa o si dedica semplicemente del tempo a sé stessi. Questa condizione emotiva può sfociare nei casi peggiori nella “sindrome del caregiver“, caratterizzata da esaurimento emotivo, depressione e ansia.

Il caregiving può condurre anche a difficoltà economiche. Molti caregivers sono costretti a ridurre le ore di lavoro o a lasciare completamente il proprio impiego. Inoltre, le spese legate all’assistenza, come i costi per i farmaci, le attrezzature mediche, eventuali modifiche abitative e servizi di supporto, si accumulano rapidamente e possono gravare in gran parte direttamente sul caregiver, laddove non è presente una rete familiare o di supporto consolidata.

Uno sguardo sulle leggi di supporto ai caregivers

A livello globale, diverse nazioni hanno implementato le normative a supporto dei caregivers attraverso una varietà di misure, inclusi diritti lavorativi specifici, sostegno finanziario, accesso a risorse formative e servizi di assistenza sanitaria e psicologica.

Ad esempio, alcune legislazioni prevedono permessi lavorativi, retribuiti o meno, così come altre norme sono volte a valorizzare le competenze acquisite attraverso l’esperienza di caregiving, promuovendo l’accreditamento di queste ultime nel mercato del lavoro.

Il supporto legislativo si estende anche alla protezione del benessere fisico e mentale dei caregivers, attraverso l’accesso a servizi di consulenza psicologica. Sono inoltre previsti sussidi finanziari, diretti o indiretti, come indennità di assistenza o detrazioni fiscali, finalizzati a mitigare l’onere economico dell’assistenza.

E in Italia?

La legge di bilancio del 2018 ha rappresentato un momento storico nel riconoscimento di questa figura così importante: per la prima volta è stata fornita una definizione normativa del caregiver familiare.

La formalizzazione del ruolo a livello legale ha scaturito una serie di proposte di legge ed iniziative volte a consolidare le forme di sostegno ai caregivers. Tra queste, il cosiddetto “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza”, più comunemente detto bonus caregiver.

Che cos’è il bonus caregiver?

Il bonus caregiver è una forma di sostegno economica rivolta a tutti i caregiver familiari. Il contributo statale è previsto anche per il 2024. Il suo obiettivo primario è proprio ridurre il carico finanziario per le famiglie, in cui è presente una persona bisognosa di assistenza.

Il bonus caregiver 2024 si basa su un approccio assistenziale flessibile. Infatti, viene erogato sotto forma di contributo diretto o tramite il finanziamento di servizi specifici come l’assistenza domiciliare, il supporto psicologico o corsi di formazione per i caregivers stessi. Tale scelta è stata fatta per andare incontro alle singole esigenze di ciascun nucleo familiare.

Le modalità di accesso e i requisiti per il contributo sono definiti direttamente dalle singole Regioni. Tuttavia, in linea generale nella valutazione dell’idoneità del richiedente e dell’ammontare del bonus viene preso in considerazione il grado di non autosufficienza dell’assistito e il reddito familiare.

Il bonus caregiver, quindi, può essere utilizzato anche per acquistare tutti quegli ausili e prodotti utili ad un’efficace gestione delle necessità delle persone assistite. CareMarket è il negozio virtuale pensato per sostenere tutti coloro che si prendono cura delle persone fragili.

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