

Come scegliere la casa di riposo per gli anziani?
L’avanzare dell’età dei propri cari pone caregiver e familiari davanti a sfide sempre più complesse. Giunge così spontanea la domanda: meglio proseguire con l’assistenza domiciliare oppure valutare il trasferimento in una casa di riposo per anziani?
Trovare una risposta non è certamente semplice ed è doveroso valutare diversi aspetti prima di prendere una decisione. Infatti, scegliere una RSA non è semplicemente una questione logistica o economica, ma un passaggio delicato che coinvolge affetti, aspettative e bisogni profondi, sia dell’anziano che dei suoi parenti.
Nelle prossime righe ci focalizzeremo su tutti quei dettagli che devono essere assolutamente presi in considerazione prima della scelta della casa di cura.
Meglio l’assistenza domiciliare o una casa di riposo?
Il primo grande quesito che abbiamo posto in apertura di questo articolo è stato: meglio l’assistenza domiciliare o una casa di riposo? Ovviamente non esiste una risposta univoca ed ogni caso va valutato a sé tenendo conto delle esigenze e specificità dell’anziano.
Tuttavia, proviamo a mettere a confronto i pro e i contro delle due tipologie di assistenza.
Assistenza a domicilio
- Offre continuità con l’ambiente domestico e le abitudini consolidate.
- Può essere personalizzata in base agli orari e ai servizi necessari.
- Richiede una gestione familiare attiva e il coordinamento di più figure professionali.
- Può diventare insostenibile in caso di bisogni complessi o presenza di patologie gravi.
RSA per anziani
- Fornisce un ambiente protetto, assistenza costante e la possibilità di socializzare.
- Riduce il carico emotivo e organizzativo sulla famiglia.
- Rappresenta una soluzione più strutturata per esigenze assistenziali continue.
- Può essere vissuta come un distacco, con rischio di spaesamento.
Nella “sfida” tra assistenza a domicilio e casa di riposo per anziani gli elementi che faranno pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra saranno: il livello di autonomia dell’anziano, la disponibilità della rete familiare, le risorse economiche e la qualità delle strutture disponibili.
Quante tipologie di strutture residenziali per anziani esistono?
Nell’immaginario comune, in tema di case di cura per anziani, c’è la tendenza a “fare di tutta un’erba un fascio”. In realtà non è così: esistono diverse tipologie di strutture residenziali dedicate agli anziani, ognuna della quali contraddistinta da caratteristiche specifiche. Osserviamole insieme per fare maggiore chiarezza!
- Case famiglia / Case albergo
Ideali per anziani autosufficienti. Offrono ospitalità, pasti e attività ricreative in un ambiente simile a una pensione o a un piccolo albergo. Non prevedono assistenza sanitaria continua. - Case di riposo / Comunità alloggio
Si rivolgono ad anziani parzialmente autosufficienti. Offrono servizi assistenziali di base, attività di socializzazione e talvolta anche un primo livello di assistenza sanitaria. - RSA – Residenze Sanitarie Assistenziali
Si tratta di strutture ad alto contenuto assistenziale. Sono destinate a persone non autosufficienti che necessitano di cure continue, fisioterapia, somministrazione di terapie, supporto infermieristico e medico. Alcune RSA offrono anche servizi riabilitativi e programmi terapeutici personalizzati. - Case di cura
Simili alle RSA, ma con una maggiore componente sanitaria. Spesso sono adatte a pazienti con patologie specifiche, che necessitano di un monitoraggio clinico costante.
9 aspetti da valutare prima di scegliere una casa di riposo per anziani
La scelta della casa di riposo per anziani dipende in gran parte dalla tipologia e dalla qualità dei servizi offerti.
Non si tratta solo di avere un letto, un bagno pulito e tre pasti al giorno: ciò che davvero incide sul benessere dell’anziano è la presenza di una rete di supporto completa, che favorisca la salute, la dignità, la socialità e l’autonomia.
Proviamo quindi ad offrire una panoramica dei servizi che dovrebbero essere sempre presenti all’interno di una RSA per anziani.
1. Assistenza sanitaria e infermieristica continuativa
Spesso si decide di trasferire un proprio caro in una casa di cura proprio per fornirgli un livello di assistenza sanitaria migliore di quello possibile tra le mura domestiche. Proprio per questo motivo la qualità delle cure mediche offerte nella struttura incarna uno degli aspetti più rilevanti nella scelta della RSA.
Nella fase di valutazione bisognerebbe verificare che la struttura garantisca:
- assistenza infermieristica diurna o h24, in base al livello di bisogno dell’ospite;
- presenza di medici interni o in convenzione, capaci di intervenire in caso di urgenza;
- accesso a specialisti (geriatra, fisiatra, psicologo, nutrizionista);
- gestione delle terapie e somministrazione dei farmaci, documentata e monitorata;
- redazione e aggiornamento del PAI (Piano di Assistenza Individuale), che include il profilo sanitario e socioassistenziale della persona.
2. Supporto nelle attività quotidiane
La casa di riposo per anziani deve assicurare un’assistenza concreta nelle attività quotidiane, soprattutto laddove gli ospiti presentano una mobilità ridotta e difficoltà cognitive.
Di conseguenza, nella struttura dovrebbero essere presenti un numero adeguato di operatori sociosanitari (OSS) preposti al supporto delle operazioni di routine dell’anziano, come ad esempio la vestizione, l’igiene personale e l’alimentazione.
3. Alimentazione
Durante la terza età è necessario prestare maggiore attenzione all’alimentazione. Infatti, le patologie che insorgono con il passare degli anni richiedono la somministrazione di cibi bilanciati in grado di fornire i nutrienti necessari al benessere dell’anziano.
Quindi, la mensa della casa di riposo dovrà essere contraddistinta da:
- menù bilanciati, elaborati con il supporto di un dietista o nutrizionista;
- variabilità stagionale e possibilità di personalizzazione del pasto (diete per diabete, disfagia, intolleranze, allergie, necessità religiose);
- utilizzo di prodotti freschi e cotture sane, evitando cibi industriali o monotoni.
4. Attività ludiche, ricreative e culturali
Uno dei rischi più grandi relativi al trasferimento di un anziano in struttura è la depressione, la quale a sua volta può accelerare il processo di decadimento cognitivo. Per evitare che ciò accada è importante che gli ospiti vengano quotidianamente coinvolti in attività ricreative e culturali.
Le case di riposo per anziani più all’avanguardia propongono:
- laboratori manuali e creativi (disegno, pittura, cucina, lavori a maglia);
- attività musicali e teatrali, anche con il coinvolgimento di volontari esterni o artisti;
- gite culturali e passeggiate guidate;
- giochi di gruppo e tornei (carte, tombola, quiz);
- Proiezione di film, lettura collettiva di giornali o libri;
- incontri intergenerazionali con scuole o associazioni locali.
5. Riabilitazione e attività motoria
Anzianità fa rima con fragilità. Il movimento, anche minimo, è uno dei migliori antidoti per rallentare il deterioramento fisico.
Le RSA per anziani più valide mettono a disposizione dei propri ospiti:
- fisioterapia individuale o di gruppo, con programmi specifici per ogni ospite;
- ginnastica dolce, anche in forma ludica o musicale;
- spazi per camminare in sicurezza, corrimano, pavimenti antiscivolo;
- eventuale idroterapia o massoterapia.
6. Cura della persona e servizi estetici
La lotta alla depressione negli anziani passa anche dalla cura del loro aspetto estetico. Sentirsi in ordine, puliti e curati migliora l’autostima e favorisce la socializzazione. In diverse case di riposo per anziani periodicamente è presente un parrucchiere e un’estetista per i servizi di manicure e pedicure.
7. Spazi verdi e ambienti stimolanti
Trascorrere del tempo all’aria aperta è un toccasana anche per la salute degli anziani. La presenza di un’area verde è sicuramente un plus per la casa di cura. Questi spazi, adibiti con panchine e tavolini, si trasformano in un’occasione di socialità per gli ospiti.
A proposito di occasioni di socialità, non va sottovalutata la presenza di aree comuni come sale per guardare la tv o dedicate alla lettura. Tra gli ambienti pensati per gli anziani vanno annoverate anche le sale per le preghiere.
Molti ospiti hanno una dimensione spirituale attiva e deve essere offerta loro la possibilità di continuare a coltivarla. In quasi tutte le RSA per anziani si intrattengono relazioni con sacerdoti, che periodicamente si recano nelle strutture a celebrare messe o semplicemente a fornire un supporto spirituale.
8. Visite
Il distacco dalla famiglia rappresenta indubbiamente uno degli aspetti più critici del trasferimento dell’anziano in casa di riposo. Per evitare che tale cambiamento sia troppo traumatico, è essenziale che le strutture consentano orari di visita flessibili al fine di garantire una presenza costante dei familiari.
Al tempo stesso è importante che periodicamente le case di cura organizzano attività per gli ospiti che contemplino il coinvolgimento dei loro cari.
9. Sicurezza della struttura
Quando si valuta una casa di riposo, non basta prendere in considerazione i servizi fin qui elencati. Un aspetto spesso sottovalutato riguarda la conformità legale e la trasparenza gestionale della struttura.
In Italia, purtroppo, esistono ancora strutture non autorizzate, non accreditate, o che operano in zone grigie, a volte addirittura senza licenze ufficiali. Affidare una persona anziana a una casa di riposo illegale espone a gravi rischi: abusi, negligenze, carenze igienico-sanitarie, personale non qualificato, assenza di responsabilità in caso di problemi.
Prima di optare per una casa di cura bisogna sempre verificare che la struttura:
- sia autorizzata dalla ASL e accreditata presso la Regione o il Comune;
- abbia una targa visibile, un sito web aggiornato e informazioni trasparenti;
- non proponga prezzi “sottocosto” senza spiegazioni;
- sia presente negli elenchi ufficiali delle strutture riconosciute.
L’importanza di coinvolgere l’anziano nella scelta
Spesso, nel prendere decisioni delicate come quella del trasferimento in una casa di riposo, le famiglie – pur animate dalle migliori intenzioni – tendono a sostituirsi all’anziano, escludendolo di fatto dal processo decisionale.
Il mancato coinvolgimento può avere conseguenze negative, in quanto aumenta il senso di perdita, passività e abbandono.
Al contrario, coinvolgere l’anziano in ogni fase del percorso – dalla riflessione iniziale alla visita della struttura – significa riconoscere la sua dignità, valorizzarne l’autonomia residua e favorire un adattamento più sereno e consapevole al nuovo contesto di vita.
Le strategie per un coinvolgimento efficace
La prima azione per rendere accettabile il trasferimento in RSA è aprire il discorso con l’anziano con largo anticipo, in maniera tale che si abitui all’idea del cambiamento e soprattutto affinché non venga percepito come una decisione imposta.
Nella conversazione è meglio evitare frasi impersonali del tipo “non possiamo più tenerti a casa”, ma piuttosto spiegare le motivazioni in modo empatico senza colpevolizzare l’anziano e senza minimizzare la portata del trasferimento.
In questa fase, che potremmo definire interlocutoria, è fondamentale cercare di comprendere le sue paure e timori, chiedendogli direttamente cosa lo preoccupa e come i propri cari potrebbero farlo sentire a suo agio durante la permanenza nella casa di riposo.
Il soggiorno in una casa di cura rappresenta una fase della vita indispensabile per alcuni soggetti, soprattutto quelli affetti da patologie complicate. Il compito della famiglia è di aiutare l’anziano nell’accettazione di questo cambiamento e di renderlo il meno traumatico possibile.